Dappertutto ormai si sta diffondendo la consapevolezza che un mondo nuovo, più sostenibile, è necessario.
C’è la convinzione che non tutto è perduto, che si può ancora fare qualcosa per il nostro futuro, ma c’è anche la certezza che bisogna agire ora, perché il tempo stringe.

Ognuno di noi può e deve fare qualcosa.
Perché anche se non si può pensare di risolvere il problema energetico, climatico e territoriale senza importanti interventi strutturali sui modi di produzione, soprattutto delle grandi industrie, non si deve per questo rimanere passivi.
Perché se l’azione singola non è decisiva, è certamente rilevante.

Un cambiamento collettivo

Tra gli obiettivi principali del PNIEC, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (che si può leggere qui) c’è quello di “mettere il cittadino e le imprese (in particolare piccole e medie) al centro, in modo che siano protagonisti e beneficiari della trasformazione energetica e non solo soggetti finanziatori delle politiche attive; ciò significa promozione dell’autoconsumo e delle comunità dell’energia rinnovabile”.

Per questo sono previsti dal piano dei premi per l’autoconsumo, e degli incentivi sempre maggiori per sistemi di produzione e scambio di energia pulita.

Energia pulita condivisa

La certezza è che la situazione ambientale non potrà migliorare davvero se si continueranno a portare avanti le stesse logiche di sempre.

Per questo non basta più puntare soltanto sull’energia pulita, ma anche su una gestione energetica differente, basata sulla collaborazione e sulla solidarietà. Nuovi sistemi che partono “dal basso”, che trovano la loro forza nell’unione di tanti singoli, che permettono un utilizzo energetico autonomo, decentralizzato, senza sprechi.

Come ogni elemento dell’ambiente contribuisce alla totalità, così noi, collaborando, possiamo creare nuove comunità in armonia con l’ambiente.

 

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